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Cartone pizza: “Anche tu continui a servire la tua pizza d’asporto di qualità in uno squallido cartone e poi ti lamenti se i tuoi clienti vanno a comprare la pizza con le patatine dal kebabbaro sotto casa?”

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“Le pizze più ordinarie, dette coll’aglio e l’oglio, han per condimento l’olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l’origano e spicchi d’aglio trinciati minutamente.

 Altre sono coperte di formaggio grattugiato e condite con lo strutto,  e allora vi si pone di sopra qualche foglia di basilico.

 Alle prime spesso si aggiunge del pesce minuto; alle seconde delle sottili fette di muzzarella.

 Talora si fa uso di prosciutto affettato, di pomidoro, di arselle, ecc. Talora ripiegando la pasta su se stessa se ne forma quel che chiamasi calzone”

Francesco de Boucard, Usi e costumi di Napoli, 1866.

 Questa è la più antica descrizione delle tipologie di pizza conosciuta a quel tempo nel regno di Napoli, ma altro non è che la fine di un lungo processo, dalle incerte e molteplici radici, di cui si hanno notizie risalenti al X secolo d.C.

Ma nonostante ciò già nell’antichità esistevano le pizze d’asporto, anzi, nacquero prima quelle delle più conosciute pizzerie.

All’epoca nessuno si sarebbe mai sognato di sprecare preziosa e costosa carta per inscatolare la pizza, si usavano infatti “stufe per pizza“: bizzarri contenitori di rame dalla superba capacità di mantenere la pizza perfettamente croccante e integra.

Da quel perfetto e puro equilibrio d’ingredienti siamo oggi di fronte ad un vero e proprio mercato della pizza dove purtroppo è andato perso il suo reale valore.

Basti pensare a quelle “americanate” di pizze con le patatine fritte o alle terrificanti catene che vendono prodotti squallidi e completamente industriali per “pizza napoletana”.

Per non parlare poi di quei fast food che nel loro menù hanno una gamma di pietanze che spazia dai piatti medio orientali alla “pizza” prodotta con materie prima di incerta qualità, polveri magiche lievitanti e quant’altro l’industria si sia inventata per semplificare e snaturare un prodotto che dovrebbe essere al pari valore della nostra bandiera Italiana.

E come se tutto questo non bastasse il peggio è che se un cliente vuole portarsi a casa la sua pizza per gustarla in tutta tranquillità (anche se di bassa qualità)…

NON PUO’!!!

Perché tutte le pizzerie d’asporto la ficcano in quegli squallidi cartoni pizza che a tutto servono meno che a mantenere la pizza integra, calda, fragrante e gustosa!

Qual’è allora l’unico motivo per cui qualcuno andrebbe a scegliere come pasto uno scempio del genere?

Semplice: non costa praticamente nulla!

Con 5 euro possono mangiarsi una pizza d’asporto senza che si notino reali differenze tra un prodotto di qualità e una schifezza, perché comunque anche la pizza migliore, se messa nel cartone, rovina il proprio sapore.

Onestamente a chi va di spendere il doppio per un prodotto che risulta praticamente uguale?

Ecco appunto: NESSUNO

Quindi si può dare la colpa al cliente di questa preferenza?

Assolutamente NO!

Se per esempio un pizzaiolo, anche giovane e con un’esperienza media, riuscisse comunque a fare una buona pizza…. preparandola con tutto l’amore e la passione che possiede, creando così una perfetta armonia di sensazioni in bocca…

…e nel momento dell’asporto la riponesse però in uno di quei classici cartoni bianchi, con quella ridicola e poco professionale immagine.

Che cosa accadrebbe dopo circa 10 minuti?

Un disastro!

Quel perfetto equilibrio è diventato un disco di pasta sudaticcia con i condimenti sopra, un po’ sul coperchio e un po’ di lato, brutta da vedere e poco appetitosa.

Però quel cliente l’ha pagata a peso d’oro, perché tu lavori in una rispettabile pizzeria (o ne sei il titolare) che segue i criteri di una buona pizza e per di più ci hai messo l’anima nel farla….

Tutto questo a quale scopo?

Per farla finire in quella bara di cartone?

Mi dispiace davvero, con tutto il cuore devo dirti che purtroppo, se procederai con questo modo di pensare e agire, butterai all’aria  preziose risorse e otterrai solo 3 risultati:

– hai sprecato il tuo tempo e le tue energie

– hai sprecato materie prime

– quel cliente non ne sarà soddisfatto e non farà buona pubblicità del tuo prodotto

Tutto questo a causa di uno stupido cartone.

Sarà forse giunto il momento di creare o di adottare una nuova soluzione?

Forse é proprio il caso che a questa domanda tu risponda positivamente, altrimenti potresti assistere al terribile spettacolo di vedere la tua passione crollarti addosso.

Pensa inoltre a questi altri aspetti legati al cartone che solitamente sfuggono anche ai più esperti:

– Non sono per niente pratici per il cliente.

Infatti (anche se ultimamente si vedono quelli impilabili), quante volte è capitato di vedere persone con una certa quantità di cartoni in mano e in un momento di sbadatezza gliene scivola uno finendo per terra?

Quante volte è capitato che qualcuno nell’entrare in auto con le sue pizze si macchia i pantaloni o peggio ancora macchia i sedili dell’auto, perché dai fori laterali fuoriesce un po’ di tutto?

E quando è il momento di aprirli?

Quello sopra è stato bagnato da quello sotto, che a sua volta ha il fondo inumidito da quello sotto ancora e via dicendo.

A loro volta andranno poi a sporcare tovaglie, tavoli, abiti, creando una serie di situazioni estremamente fastidiose.

– Ma non sono comodi neanche per te pizzaiolo!

Infatti devi spendere quell’odiosa oretta a fine o inizio servizio per montarli lasciando una quantità indecente di bricioline e pezzettini di carta sul pavimento che ti obbligano a ripassare la scopa!

Esatto sei costretto a ripulire e magari con uno di quei fastidiosi tagli tra le dita procurati dal bordo rigido e tagliente del cartone.

Senza contare che quelle stesse bricioline possono finire un po’ ovunque essendo volatili, generando possibili brutte figure con i clienti e, peggio ancora, contaminazioni.

– Poi dove li metti?

Serve infatti una discreta quantità di spazio per stoccarne il volume giornaliero, non puoi nemmeno fare pile eccessivamente alte altrimenti ti servirebbero doti da giocatore di basket per prendere quello in cima alla pila.

Se proprio vogliamo andare in cerca di un possibile vantaggio, si potrebbe dire che fa tipico vedere i cartoni impilati da qualche parte nella cucina, ma in realtà non è proprio bello da vedere, né tanto meno igienico.

Tutta la farina utilizzata nella produzione chiaramente finisce per volare in aria fino a depositarsi sui cartoni e magari diventando lei stessa un veicolo di contaminazione.

Lo stesso processo avviene per la fuliggine dei forni a legna che, anche se non dovrebbe capitare, finisce sempre nel posto sbagliato e quel posto è il cartone della pizza, che ormai sporco non è più utilizzabile.

Come ben saprai i contenitori cartacei per la pizza (e per alimenti umido/oleosi) in Italia dovrebbero per legge essere fatti interamente di pura cellulosa.

Questo significa che il cartone della pizza dovrebbe avere uno strato superiore in cellulosa purissima, uno strato medio ondulato in cellulosa purissima e infine un altro strato in cellulosa altrettanto pura.

Dovrebbero!

Di fatto non è cosi… accade invece che nel migliore dei casi si hanno scatole con uno strato interno di cellulosa pura, ma con lo strano  medio e quello esterno fatti con carta riciclata.

+ Quasi ecologico no?

Può essere considerata una soluzione ecologica, ma di certo non è una soluzione salutare per i consumatori.

Infatti nella carta riciclata vengono utilizzate sostanze cancerogene quali i DIBP e BPI.

Queste sostanze, con le alte temperature della pizza appena sfornata, possono trasferirsi nell’alimento tramite l’umidità e il calore che esso emana.

Risultato?

I clienti ingurgiteranno, senza nemmeno rendersene conto, una meravigliosa pizza chimica.

Questa peraltro è una tematica che già ha fatto scuotere il mondo della pizza, nel 2003 a Genova erano stati ritrovati cartoni per pizza contenenti alte quantità di piombo!

Ancora oggi si sente parlare di problemi legati alle sostanze chimiche nella carta utilizzata per contenitori di alimenti.

Ci sono stati diversi servizi televisivi, rintracciabili in internet, dove si è parlato di questo problema (nel servizio di Report RAI3 del 5 ottobre 2015 e nel più recente programma di LA7  Di Martedí  del 19 aprile 2016)

– Inoltre un cartone sporco e unto diventa un serio problema per lo smaltimento

Infatti non è più possibile riciclarlo e, contando i miliardi di pizze sfornate ogni giorno, vien logico pensare a una montagna di carta sprecata che crea un serio danno per l’ambiente, tanto più essendo piena di quelle sostanze chimiche.

– Ma ahimè non è finita qui, persino nel tagliarla il coltello diventa facile veicolo di contaminazione della pizza.

Perché?

Semplice: la punta del coltello quasi sempre penetra lo strato di cartone superficiale e così facendo entra in contatto con la parte ondulata (la più ricca di DBP e BPI) e nel successivo taglio rientra in contatto con la pizza, rilasciando così tutte le sostanze presenti sulla lama sopra di essa.

Questo processo si moltiplica man mano che si taglia la pizza e se per di più i vostri clienti avranno il compito di tagliarla per altri come ad esempio i figli, avranno usato un coltello contaminato in maniera esponenziale!

Chiaramente se questo accade una sola volta nella vita non è certo la fine del mondo, ma vuoi davvero dirmi che le persone mangiano una sola pizza nel cartone nel corso della vita?

Io non credo proprio.

Decisamente sarebbe giunto il momento di trovare una soluzione che possa eliminare il problema della contaminazione da agenti chimici e che allo stesso tempo sia pratica per il cliente e per il pizzaiolo e igienica nel tempo…

…e che magari sia realmente ecologica e che sfrutti pertanto un sistema di riciclaggio pulito.

In parole povere se fai una pizza di qualità e poi la servi dentro un tristissimo cartone tradizionale, dopo 10 minuti sarà impossibile distinguerla da uno di quegli obbrobri di pizza che si vedono in giro.

Quindi anche il contenitore in cui servi la tua pizza d’asporto deve differenziarti da chi non è degno di chiamare pizza quello che serve ai clienti.

E per farlo…

Ti serve un contenitore che:

 + Abbia una speciale forma studiata per mantenere la tua pizza integra durante i viaggi dell’asporto, evitando odiose fuoriuscite di liquido o che i cartoni sovrastanti entrino in contatto con la pizza sottostante.

+ Che sia riciclabile al 100% e salvaguardi la salute del cliente e dell’ambiente evitando che sostanze nocive vengano a contatto con la tua pizza

Ti faccia risparmiare tempo e spazio evitando di dover montare e impilare i cartoni senza poi sapere dove stoccarli.

Sia Igienico e non un veicolo di contaminazione per le persone che mangiano la tua pizza

Non crei condensa mantenendo la tua pizza calda e fragrante a lungo grazie a una speciale forma studiata appositamente per questo risultato

Ora che hai ben chiaro qual è lo strumento per distinguerti dalle altre pizzerie d’asporto, scopri come ottenerlo anche per il tuo locale, compilando il form qui in basso, prima che lo faccia la concorrenza.

Buona pizza!

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