Siamo da pochi mesi sul mercato e già fioccano gli attacchi a CIRO da parte dei produttori di scatole porta pizza in cartone.
Questo naturalmente è motivo d’orgoglio per noi e il segno che siamo sulla strada giusta.
Sono quasi 50 anni che si usano i box di cartone, senza che nessun produttore si sia mai, anche solo minimamente, preoccupato di trovare delle soluzioni migliori per trasportare la pizza e di evitare di lessarla e rovinarla durante il trasporto.
Per cui ora che è finalmente arrivato un prodotto come CIRO THE ORIGINAL PIZZA BOX, in grado di salvaguardare la bontà degli ingredienti, dell’impasto e della cottura della pizza e di farla arrivare a casa, calda e fragrante come in Pizzeria, il mondo dei produttori di contenitori d’asporto è andato in piena fibrillazione.
Tanto per rendere l’idea, in questi ultimi mesi:
- ci hanno già fatto scrivere tre volte dallo Studio Legale di Assografici, l’Associazione dei Cartotecnici;
- hanno iniziato a fare insinuazioni sulla salubrità del nostro prodotto e del materiale con cui è realizzato;
- in ultimo, hanno iniziato a lasciare commenti negli articoli di giornale in cui si parla di noi, cercando di diffondere ulteriori dubbi.
Insomma, non sanno più che pesci pigliare e allora si attaccano a tutto.
Compreso l’ultimo motivo per cui dovrebbero attaccarci, cioè la Certificazione a uso Alimentare, su cui noi siamo inattaccabili, mentre invece si tratta di uno dei punti più deboli e meno chiari del loro tipo di prodotto.
L’ultima uscita di questo tipo è contenuta nel commento all’intervista che abbiamo rilasciato a ITALIA A TAVOLA in occasione dell’evento di lancio ufficiale del 5 luglio scorso a Milano: https://www.italiaatavola.net/attrezzature/contenitori-e-tappi/2018/7/9/brevettato-vinni-pizza-box-contenitore-pizza-asporto/56533/
Il sig. Ciro D’Angelo – Responsabile amministrativo dello Scatolificio Martinelli Srl di Napoli – non ha potuto trattenersi dal commentare in fondo a detto articolo nel seguente modo:
“1) Dubbi sul nuovo contenitore porta pizza
Anche se questo nuovo contenitore porta pizza è al 100% riciclabile, mi sorgono alcuni dubbi. Sappiamo quali sostanze rilascia il polistirene a contatto col calore della pizza? Quanto costano? Ovviamente sono più costosi rispetto ai soli tradizionali box pizza in cartone perché la scatola pizza è prodotta con il polistirene. Mi spiace, ma io penso che i pizzaioli continueranno a preferire e ad utilizzare i cartoni pizza, soprattutto se sono prodotti utilizzando solamente carte di pura cellulosa priva di contenuti di macero e e inchiostri atossici proprio come facciamo noi nel realizzare le nostre scatole porta pizza d’asporto“.
E questa è la mia risposta, che riporto anche qui, oltre che nel sito di Italia A Tavola, in modo che sia meglio leggibile.
In risposta al commento del sig. Ciro D’Angelo – Responsabile amministrativo dello Scatolificio Martinelli Srl – posso assicurare e rassicurarlo che CIRO, a differenza delle scatole porta pizza di cartone, non rilascia alcuna sostanza ed è assolutamente sicuro per la salute.
Per questo motivo CIRO ha ricevuto la Certificazione per “Alimenti Caldi e Umidi”, valida sia per l’Italia, che per l’Unione Europea.
Più precisamente: “"L'échantillon convient aux applications à haute température (jusqu'à 100 ° C) avec des aliments gras aqueux acides et huileux".".
Per stabilirlo, nelle prove di Laboratorio sono stati usati diversi liquidi, quali simulanti dell’alimento acquoso, portati a 100° di temperatura e tenuti all’interno di CIRO THE ORIGINAL PIZZA BOX per 1 ora, dopodiché è stata misurata la differenza nel loro contenuto rispetto allo stato originario.
Qualora non fosse abbastanza chiaro quanto sia serio, estremo e impegnativo questo test, ripeto e sottolineo: un liquido acido o oleoso grasso per 1 ora a 100° C di temperatura.
Tenuto conto che la pizza esce dal forno con una temperatura massima di 90° e che di solito sta in media 10-15 minuti all’interno del contenitore, si può ben comprendere quanto la prova di laboratorio ai sensi di legge vada ben oltre la tipica situazione reale.
Ad ogni modo, come si è comportato CIRO?
Lo si può leggere nel Certificato che abbiamo pubblicato anche in questo nostro precedente articolo: https://ciropizzabox.com/ciro-pizza-box-e-certificato-a-uso-alimentare-per-alimenti-caldi-e-umidi-entiendes
In cui è riportato che: “Il campione rispetta i limiti di migrazione globale e specifica alla condizione di 1 ora a 100° C con i simulanti Acido Acetico 3% p/V, Alcool Etilico 10% V/V e Olio d’oliva rettificato in accordo con… (seguono tutte le leggi e i regolamenti europei e italiani di riferimento)”.
Je précise que par «migration spécifique», nous entendons que le passage éventuel de substances spécifiques a été mesuré, y compris les métaux, le nickel, les colorants, le styrène.
Pour chacun des tests susmentionnés, le résultat était non seulement bien inférieur aux limites légales, mais le plus souvent proche de zéro.
Alors de quoi parle-t-on ?
Prima di lanciare simili insinuazioni, con tale superficialità e leggerezza, bisognerebbe avere cognizione di causa in materia e fare le opportune verifiche.
Sarebbe bastata una rapida visita al nostro sito web per togliersi ogni eventuale dubbio ed evitare affermazioni evidentemente false e tendenziose con conseguenti figuracce.
Veniamo invece al cartone, compreso quello in pura cellulosa…
Proviamo per un attimo a immaginare cosa potrebbe mai succedere a una generica scatola porta pizza se fosse sottoposta a un test del genere.
Come minimo, se ci versassimo un liquido oleoso grasso o acido alla temperatura di 100° C e provassimo a tenerlo per un’ora al suo interno, alla fine della prova probabilmente di quella scatola non ci sarebbe più traccia.
Il «fondrait» littéralement et serait transféré au liquide utilisé comme simulant.
Tanto è vero che la Certificazione Alimentare che viene riportata in modo ingannevole sulla maggior parte dei cartoni porta pizza non si riferisce agli “Alimenti Caldi e Umidi”, ma a quella per “Alimenti Freddi e Secchi”.
Peccato che la pizza, fino a prova contraria, sia invece “Calda e Umida”.
Per cui, se dobbiamo parlare di rilascio di sostanze e di minacce per la salute, come già evidenziato da trasmissioni come Report o DiMartedì, l’attenzione va posta proprio sui classici cartoni che potrebbero contenere cellulosa riciclata, sebbene in Italia sia vietato per legge.
Oltre a ciò c’è un’alta probabilità che le scatole in commercio possano aver subito trattamenti antiunto con Pfas (perfluoroalchiliche appartenenti al gruppo dei fluorurati), come denunciato da Altrocosumo nel marzo del 2017, per cui, su 65 confezioni controllate, 63 contenevano tali sostanze altamente nocive.
In merito al prezzo, CIRO e le obsolete scatole di cartone non sono neppure comparabili tra loro, appartenendo a due categorie completamente diverse.
Come tutti i prodotti di eccezionale qualità, è normale che il costo di CIRO sia superiore a quello dei cartoni e non sia accessibile a tutti, in quanto si tratta probabilmente del contenitore porta pizza più caro sul mercato.
Ma CIRO non è per tutte le Pizzerie, bensì solo per le migliori, quelle che non hanno nulla da nascondere.
Infatti, da un lato ci sono le Pizzerie che, usando impasti, ingredienti e cotture scadenti, hanno tutto l’interesse a continuare a usare i cartoni, perché in questo modo possono consegnare pizze “bollite”, in cui i sapori e gli odori si annullano e si confondono con quelli rilasciati dal cartone, coprendo e camuffando la bassa qualità di partenza.
Dall’altro lato ci sono e ci saranno invece le Pizzerie che tengono alla bontà della loro pizza e investono nei suoi ingredienti e nella sua preparazione, puntando a dare il meglio ai loro clienti.
Queste Pizzerie hanno tutto l’interesse a salvaguardare il loro lavoro e a evitare che la pizza arrivi a casa dei loro clienti lessata e mescolata al cartone e per questo hanno già deciso o decideranno a breve di adottare lo standard più alto del settore, la Rolls Royce dei contenitori porta pizza, vale a dire CIRO.
Con buona pace dei produttori di box in cartone, che continueranno comunque a servire la maggior parte delle Pizzerie, quelle ricadenti nella prima categoria e in cui il cartone è irrinunciabile per loro, in quanto è indispensabile per non manifestare la bassa qualità di partenza della loro pizza.
Se invece appartieni al secondo gruppo, cioè alle Pizzerie che non hanno nulla da nascondere, clicca qui e prenota il tuo kit gratuito di prova di CIRO